Ci siamo domandati: è davvero essenziale la componente alcolica per considerare una bevanda degna di essere apprezzata?
E se provassimo a guardare oltre la quotidianità del bere provando a esplorare qualcosa di diverso?
E se provassimo a guardare oltre la quotidianità del bere provando a esplorare qualcosa di diverso?
Il kombucha è un prodotto vivo, benefico per il nostro intestino, analcolico ma non per questo meno complesso. Una fermentazione a base di foglie di tè che assume infinte sfaccettature a seconda dell’infuso di partenza e dell’essenziale lavoro dei lieviti e batteri. Sono loro i protagonisti, microrganismi benefici che digeriscono lo zucchero trasformandolo in preziosi acidi organici, vitamina B12 e antiossidanti. Un micromondo vivo, ma che abbiamo sempre ignorato.
Nel lessico gastronomico l’aggettivo funky viene usato per descrivere dei gusti eccentrici, diversi dal solito e non per forza vicini al nostro palato. Magari un vino naturale un po’ puzzone o il gusto di un formaggio a latte crudo. Il termine funky però, ha anche un altro lato: rappresenta qualcosa di eccentrico e diverso dal solito, spensierato e leggero. La scelta del nome nasce proprio da qui. Approcciarsi in maniera curiosa a nuovi modi di bere, esplorando la strada poco battuta dell’analcolico. I nostri kombucha sono frutto di un approccio artigianale fatto di dettagli e attenzioni. Prodotti vivi, non pastorizzati o microfiltrati, realizzati in piccoli lotti per preservare tutte le proprietà benefiche del kombucha.
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